L’osservazione, l’esperienza diretta, la pratica delle arti per l’incontro e la condivisione della conoscenza
Convinto del carattere sociale e comunicativo dell’arte, Stefano Zago partecipa a laboratori collettivi, nella rete mondiale degli Urban Sketchers, disegna eventi sociali e politici sul posto per creare reportage a fumetti e collabora con istituzioni e associazioni di artisti in Francia e in Italia.
Dopo mostre personali e collettive a Parigi, in Belgio e in Italia, usa prevalentemente internet e le reti sociali come mezzo di comunicazione. Attualmente mantiene il suo desiderio di condividere la conoscenza tenendo corsi/conferenze online, in italiano e francese, sulla storia dell’arte associata alla pratica del disegno, l’apprendimento della prospettiva, il fumetto e le attività di espressione creativa in generale.
Appassionato dei linguaggi e della storia dell’arte, avido visitatore di città d’arte, musei e mostre, l’artista pratica il disegno sotto forma di schizzi rapidi ed essenziali, la fotografia e le tecniche miste che riuniscono la pittura (gouache, acrilico, olio), il collage, la manipolazione dei materiali e l’assemblaggio di oggetti. L’uso di materiali trovati e riciclati risponde non solo a una sensibilità ecologica, che è comunque presente, ma anche a una ricerca emotiva e tattile della vita nascosta nella materia.
In un dialogo aperto con l’osservatore dell’opera come interlocutore attivo, l’artista ci mostra che l’idea di un soggetto che guarda e di un oggetto che viene osservato è un’illusione.
Cosa facciamo quando osserviamo un’opera d’arte? Ci lasciamo guidare dalla visione dell’artista. Il modo di vedere diventa plurale e caleidoscopico.
Attraverso l’osservazione e la rappresentazione del mondo che ci circonda e uno studio analitico approfondito della storia e delle teorie dell’arte, l’artista rivela e mette in evidenza significati ed elementi che possono sfuggire all’occhio distratto, scopre tracce e simboli e produce significati nuovi e inaspettati. Il suo lavoro sui sistemi fisiologici e culturali della percezione, vicino all’archeologia, propone una meditazione sui nostri diversi modi di osservare il mondo che ci circonda e il modo in cui l’arte può rappresentarlo.